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Bruno Garuffo risponde alla lettera aperta agli ottici optometristi laureati di Gianni Rehak. E' possibile leggere la lettera originale di Gianni Rehak qui

Non posso non raccogliere la lettera di Gianni Rehak e il suo messaggio di supporto. Non sono figlio d’arte, ma alla fine degli anni ’80 ho conseguito l’attestato di qualificazione professionale di Optometrista presso la scuola dell’Acofis Milano.

All’epoca, oltre che trasmettere passione per l’Optometria, un certo Giuseppe Ricco insegnava deontologia professionale e spesso lo sentivo affermare che l’Optometria aveva dignità per cercare la propria formazione all’interno di corsi universitari, come già avveniva in molte altre parti del mondo.

Fedele alla dottrina di associazioni per le quali sempre avrò un debito di riconoscenza, ho anche avuto modo di frequentare alcuni dei corsi menzionati da Rehak. Successivamente, quando l’Università Bicocca ha dato inizio al primo corso di laurea in Ottica e Optometria, non ho potuto non iscrivermi, diversamente non sarei stato coerente con me stesso e con quanto fino ad allora era stato detto e fatto. Ormai attempato e con la responsabilità della mia attività, oltre che della mia famiglia, non è stato facile ottenere il mio personale successo conseguendo il titolo di laurea e oggi collaboro con l’Università per formare i futuri professionisti.

Lo scorso 27 gennaio, con 80 laureati provenienti da tutte le università statali italiane nelle quali si è istituito un corso di laurea in Ottica e Optometria, abbiamo fondato l’Associazione dei Laureati, in acronimo ALOeO, il cui statuto prevede la tutela morale e legale verso i propri associati. Un mio amico e collega ha ironicamente commentato che “si sentiva proprio la necessità di una nuova associazione”: forse lui non sentiva questa necessità, ma io e tutti i laureati che hanno concorso alla nascita dell’associazione questa necessità l’avevamo forte nel cuore.

Rimango sorpreso quando, a volte, incontriamo indifferenza o diffidenza dal mondo dell’Ottica e dell’Optometria nei nostri confronti , noi laureati in Ottica e Optometria non siamo che il frutto del seme che persone illuminate come Gianni Rehak, assieme ai pionieri dell’Optometria italiana, hanno gettato tanti anni fa: non siamo nati per dividere, ma per continuare un cammino intrapreso da altri.

Se lo stato Italiano concederà il riconoscimento che da troppi anni tutti aspettiamo, lo farà attraverso i laureati. Non è pensabile che chi non abbia alle spalle un percorso universitario possa ottenere alcun riconoscimento da parte del legislatore, non perché i laureati non lo vorranno, ma perché la legge non lo prevede: così non fosse, l’Optometria sarebbe una professione riconosciuta da almeno trent’anni. Coloro che hanno esercitato fino a oggi la professione, continueranno a farlo perché è un loro diritto riconosciuto dalla Costituzione che garantisce la possibilità di accedere all’equipollenza di funzioni, i loro figli però non potranno pensare di accedere alla professione attraverso percorsi diversi dalla formazione universitaria.

Solo attraverso un percorso univoco e senza scorciatoie la professione potrà crescere anche in Italia.

Convinti che il titolo di laurea non sia un traguardo raggiunto, ma una linea di partenza, lavoreremo con forza e con entusiasmo per raggiungere un riconoscimento per tutta la professione, quella di ieri, ma soprattutto quella di domani.

Il segretario Bruno Garuffo

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